• Laser in campo medico

    SUL LASER…IN CAMPO MEDICO

    La luce laser possiede proprietà fisiche capaci di determinare un effetto biologico specifico sui tessuti. L’interazione tra la luce e i tessuti determina il trasferimento di energia che trasformandosi in calore ha come effetto la neutralizzazione del tessuto stesso. Il laser può essere considerata l’evoluzione moderna dei sistemi di trattamento che sfruttano il calore.

I meccanismi ipotizzati per spiegare gli effetti favorevoli dell’ipertermia sono diversi:

1) Inibizione della proliferazione cellulare e potenziamento degli effetti citostatici degli agenti chemioterapici usati nel trattamento dei tumori. Il calore provoca importanti modificazioni del metabolismo e della sintesi proteica cellulari (effetto ëheat shockí).

2) Modulazione della risposta immune e della produzione cellulare di fattori responsabili dell’infiammazione. Essa è già utilizzata nel trattamento di affezioni allergiche come la rinite ed è dimostrata, a livello cutaneo, dal blocco dell’induzione dell’ipersensibilità da contatto.

Infatti, questa è la tecnica oggi più utilizzata in medicina in generale ed in dermatologia in particolare, nell’applicazione terapeutica dellíipertermia. 
ll LASER (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation), inventato da Maiman nel 1960, trovò le sue prime applicazioni in campo medico nel 1961, grazie al dermatologo Leon Goldman. Mediante un sistema fisico ed ottico sofisticato, esso permette di amplificare (in un materiale attivo eccitato da un’ opportuna fonte di energia) e di emettere una radiazione elettromagnetica (luce) monocromatica (lunghezza d’onda specifica), coerente (in fase) e non divergente (collimata). Affinché l’energia luminosa emessa in questo modo causi effetti biologici, è necessario che sia assorbita dal bersaglio (nel caso specifico la cute o un suo costituente “TARGET”) e trasformata in altre forme di energia: termica, chimica, meccanica. In dermatologia, oggi si utilizzano sostanzialmente gli effetti fototermici dei LASER; essi consentono, a seconda delle loro diverse caratteristiche fisiche di tagliare, di vaporizzare o di fotocoagulare un bersaglio.

Le caratteristiche fisiche che differenziano i vari tipi di laser dipendono essenzialmente da:

1) Lunghezza d’onda espressa in nanometri

2) Durata dell’impulso luminoso.

L’obbiettivo clinico delle applicazioni laser in dermatologia è essenzialmente quello di ottenere la distruzione di alcune specifiche lesioni cutanee con il minimo di effetti collaterali e di effetti lesivi sul tessuto sano.
Le malformazioni vascolari congenite rientrano tra le principali applicazioni del laser. L’assorbimento dell’energia luminosa è legato alla presenza di strutture molecolari dotate di una specifica sensibilità e capacità di assorbimento nei riguardi del tipo e della frequenza dell’energia luminosa stessa (cromoforo) . La scelta del tipo di laser viene fatta in funzione della particolare sensibilità del cromoforo nei confronti di una specifica lunghezza d’onda rispetto le altre molecole foto assorbenti che compongono la lesione oggetto del trattamento. La scelta della frequenza d’onda è importante anche per ciò che riguarda la profondità, a livello cutaneo, a cui il raggio laser penetra in maniera da ottenere un effetto di modificazione tissutale. Il cromoforo bersaglio nel trattamento delle malformazioni vascolari è rappresentato dall’emoglobina.

Un importante parametro che viene tenuto in considerazione nel trattamento mediante laser è il cosiddetto: Tr (Tempo di rilassamento termico del cromoforo bersaglio). Esprime il tempo richiesto perché il calore generato dall’assorbimento dell’energia luminosa all’interno del cromoforo target si riduca del 50% rispetto il valore iniziale al termine dell’impulso laser. La precisa definizione di tale parametro permette di ottenere una temperatura differenziale transitoria massima tra target e strutture circostanti. Pulsazioni più brevi confinano l’energia laser a target più piccoli con una aumentata sensibilità spaziale ottenendo una FOTOTERMOLISI SELETTIVA. Ciò permette di ottenere il massimo effetto terapeutico (distruttivo) sulla molecola/struttura bersaglio riducendo contemporaneamente gli effetti lesivi sui tessuti circostanti.

ATTENZIONE: NON TUTTI I LASER SONO UGUALI!!

Fisicamente, un LASER è definito dal materiale attivo dove vengono generati i fotoni (gas, cristallo liquido), dalla fonte di energia utilizzata per stimolarlo (elettrica, ottica, chimica), dalla modalità di emissione (a impulsi o continua) e dalla lunghezza d’ onda.

Qualche esempio:

  • Laser a CO2
  • Laser ad Argon
  • Laser YAG-Neomidio
  • Laser a colorante pulsato (Pulse Dye Laser)